I
LUIGI V
TRAGEDIA LIRICA IN QUATTRO PARTI
LUIGI V
TRAGEDIA LIRICA IH QUATTRO PARTI
MUSICA DEL MAESTRO
ALBERTO MAZZUCATO
DA RAPPRESENTARSI
M>. teatro a/A t/ca/a
Il Carnovale 1852-53
MILANO
COI TIPI DI FRANCESCO LUCCA.
La musica e la nuova poesia di questo libro
sono di esclusiva proprietà dell3 editore FRANCE-
SCO LUCCA; perciò esso dichiara di voler godere
dei privilegi accordati dalle veglianti Leggi e So-
vrane Convenzioni 3 dirette a garantire le proprietà
letterarie ed artistiche.
PERSONAGGI
ATTORI
LUIGI V, re di Francia . sig. Carlo Negrini
EMMA, vedova di Lotario ,
madre di lui sig.a Orsolina Bignami
BIANCA, principessa d'Aqui-
tania, fidanzata al Re. . s\g*Marietta GazzanigaMalaspina
EDITA, sorella di Bianca . sig.a Gaetanina Brambilla
UGO, duca di Francia . . sig. Giovanni Corsi
FOLCO D'ANGIO-, principe
del sangue sig. Luigi Alessandrini
CORI E COMPARSE
Cavalieri , Dame, Ancelle, Scudieri, Soldati, ecc.
La Scena è in Laon, residenza degli antichi Re di Francia.
V epoca è V anno 996 dell' era volgare.
I versi virgolati si ommettono.
Le scene sono inventate e dipinte
dai signori Filippo Peroni e Luigi Vimercati.
I Jf O.TTil 13k> #. Xfòftff I»]*]
Maestri arCembalo: Signori Pan izza Giacomo e Bajetti Giovanni.
Primo Violino Capo e Direttore d'Orchestra Sig. Cavallini Eugenio
Altro primo Violino in sostituz. al sig. Cavallini, Sìg.Corbellini Fine.
Capi dei secondi Violini a vicenda
Signori Cr emaschi Antonio e Bossi Giuseppe.
Primo Violino per i Balli: Sig. Montanara Gaetano.
Altro Primo Violino in sostit.al sig. Montanara: Sig. Brambilla Luigi,
Primo Violoncello al Cembalo: Sig. Truffi Isidoro.
Altro primo Violoncello in sostit. al sig. Truffi: sig. Fasanotti Ani.
Primo Contrabasso al Cembalo: Sig. Rossi Luigi.
Altro primo Contrabasso in sostituzione al Sig. Rossi: Sig. Manzoni G>
Prima Viola: Signor Tassistro Pietro.
Primi Clarinetti:
Per l'Opera: signori Cavallini Ernesto - Carulli Benedetto
pel Ballo: Sig. Erba Costantino.
Primi Oboe a perfetta vicenda:
Signori Yvon Carlo - Bacili Giovanni.
Primi Flauti
Per l'Opera: sig. Piabboni Giuseppe. - Pel Ballo Sig. Mar cor a Filippo,
Primo Fagotto: Sig. Cantù Antonio.
Prim Corni: Signori Rossori Gustavo e Car emoli Antonio.
Prime Trombe: Signori Languiller Marco - Erba Carlo.
Fisarmonica : Sig. Francesco Almasio.
Arpa: Signora Rigamonti Virginia.
Editore e proprietario dello Spartito e del Libro
Signor Francesco Lucca.
Fornitore dei piano-forti pel servizio de^RR. Teatri:
Sig. Abate Stefano.
Maestro e direttore dei Cori signor Galli Giovanni.
In sostituzione al signor Galli: signor Paolo Portaluppi.
Suggeritore: Sig. Giuseppe Grolli.
Attrezzista Proprietario: Sig. Croce Gaetano.
Fiorista e Piumista: Signora Robba Giuseppa.
Il vestiario è di proprietà dell1 Appalto.
Direttori della Sartoria sig. Colombo Giacomo
e signora Semenza Beatrice.
Guardarobiere signor Carlo Gerolamo Galbiati.
Direttore del Macchinismo sig. Ronchi Giuseppe.
Parrucchiere: Sig. Venegoni Eugenio.
Capo Illuminatore sig. Garignani Giovanni.
PARTE PRIMA
SCENA PRIMA.
Sala nella Reggia di Laon: in fondo dai veroni sorge la cupola
della Cattedrale. Trono da un lato e sedili più bassi. - La Sala
è cinta d"1 armati; tutto indica una grande Solennità.
Cavalieri francesi.
Coro Rio, che in ciel de5 Carolingi
Non è l'astro impallidito:
D' alma luce rivestito
Splende ancor pel nostro re.
Dio, che il serto al crin gli cingi
Di Lotario invendicato,
Sia di lui più fortunato,
Sia difeso ognor da te!
SCENA IL
Squillano le trombe. Difila il corteggio reale.
Luigi in mezzo di Emma e di Ugo. Folco fra i Cavalieri.
(Emma e Luigi salgono in trono)
Ugo Principi, Conti, Cavalieri, e quanti
Finora io m'ebbi ne' consigli e in campo
Saggi e prodi compagni, è giunto il giorno
Ch' io pur l'augusta potestà deponga
Esercitata un lustro intier nel regno.
Il prezioso pegno
Che m'affidava un re, 1' unico germe
De' Carolingi eroi
Adulto io rendo al trono avito, a voi.
Coro Viva il grand' Ugo! il senno,
Il braccio de' suoi re!
f> PARTE
Fol. (Per poco il fìa
Se il giovin cieco alle mie reti è colto.)
EmmàIo con sereno volto,
E più sereno cor, io, madre, il crine
Spoglio del serio, e al figlio mio ne cingo
La giovin chioma. - Io prego il ciel che splenda
Sul capo tuo felice, «e non si eclissi
»Come sul capo si eclissò del padre.
Lui. Risplenderà: ten do mia fede, o madre;
Sulla mia fronte il premo
Con man sicura, e di funesto lume
Rifulgerà, lo giuro, ai traditori
Un di nemici al padre, or miei nemici, (scende)
Emma (Oh rimorso crudele!)
Tutti (Infausti auspicii !)
Lui. Si: discoprire il perfido
Che mi privò d' un padre
Sarà primiero ed ultimo
Del regno mio pensier.
A te lo giuro, o madre,
Lo giuro al mondo intier.
Eiima Cessa... deh! cessa... il giubilo
Perchè turbar de' tuoi ?
Fol. (Scolpiti in fronte appajono
Tulti i rimorsi suoi.)
Ugo L' ultimo mio consiglio
Perdona alla mia fede,
Amor, pietà di figlio,
Ceda al dover di re.
Il popol tuo richiede
Altri pensier da te.
Lui. (Ah! no non posso credere
Che traditore ei sia).
Ugo I Mauri i lidi infestano
Feroci più di pria:
Dell' Aquitania a' danni
Si muovono i Normanni ;
Ribelli ovunque insorgono
Audaci avventurier.
PRIMA j
II brando formidabile
Di Carlo Magno impugna;
Vieni con me a combattere:
Breve sarà la pugna
Se tu de' nostri eserciti
Duce sarai primier.
Lui. Si, mi avrai teco a vincere
Se il senno tuo m'aiuta.
Hol. (Trionfa pur, più rapida
Sarà la tua caduta.)
Lui. Al nuovo di si adunino
I prodi cavalier.
Tutti L' orifiamma ondeggi al vento,
L' orifiamma vincitrice,
Qual cometa di spavento
Che de' rei la fin predice;
E il gran Carlo a noi rinato
L' universo crederà.
Ugo Vieni al tempio, e santa mano
Benedica il regio serto.
Emma (Contenermi io tento invano.)
Lui. (Di sua fede ornai son certo.)
Tutti Vieni al tempio, ed invocato
Fausto il ciel ti arriderà.
Sommo Dio, che prence infante
Sostenesti in tanti mali,
Lui cresciuto, lui regnante
Copri ancor di tue grand' ali.
E ogni perfido attentato,
Ogni insidia vincerà. (partono mai)
SCENA III.
Biauca sola,, indi Iftamigelle.
Bw. Al tempio ei move... E me condurre al tempio
Ei pur pensava! - Io me ne sciolsi: - ahi! sempre
Sciormen potessi! - Io lo potrò.... Tentarlo
§ PARTE
Àlmen mi giova. - Già la trama è ordita. -
Vieni, sorella, ornai, vieni e m'aita.
Ah! quando in regio talamo
Felicità credei ,
No, non sapea che vittima
A splendid'ara andrei;
No, non sapea che piangere
Dovuto avrei COSi. (escono le Damigelle
Che mi recate ? di Bianca sollevile)
Dah. Edita
Dall' Aquitania giunge.
Bja. Edita! Oh gioia!
D\M. (accennando dai veroni) \\ nobile
Vedi corteo da lunge,
Ch? oltre le regie soglie
Ad incontrarla uscì.
Bia. Dolce istante! or mi fìa dato
Riveder l'amala suora;
Pel mio core innamorato
Spunta alfin serena un' ora.
E se il labbro il lungo amore
Rivelarle non saprà,
Tutto il foco del mio core
Nel mio sguardo leggerà.
Dam. Guarda; s'avanza Edita.
SGENA IV.
Edita e dette.
Edi. 0 dolce suora!...
Bia. Diletta mia, riposa sul mio core. - (si abbracciano)
Uscite tutte, (le damigelle partono) Favellarti io deggio
Anzi eh' ei torni.
Em. Nè il marito al tempio
Seguilo hai tu ?
Bia. Sposo soltanto... e al Cielo
Grazie ne rendo. - Altro marito, o Bianca,
Ben altro vuoisi.
PRIMA.
Edi. Oh che di' tu? «Me dunque.
«Me d' Aquitania non chiamasti, o suora,
«Che spettatrice di rancori e d'odi?
Bia. «Te chiamo a sciormi d' abborriti nodi...
«Non replicar. - Misera io son... fuggire
«Tal Corte io voglio; e me ne fia pretesto
«Da te recato d' egra madre invito.
Edi. «Mai tale inganno ordito
«Da me non fia.
Bia. «Fallo previeni orrendo. -
«Se qui rimango, io ne son rea.
Edi. «Che intendo?
Bia. Odio Luigi... ed odio
La madre sua... Superbi e imbelli entrambi .
Nudi d'ogni virtù. - Chi amar vorrei...
È qui delitto amar.
Edi. Cielo! e d'amore
Ardi tu dunque... e per vietato oggetto?
Bia. Si: nella mente, in petto
Tutte ho d' amor le furie... Un punto solo.
Un sol punto mi vinse; e fu quel giorno
Che fidanzata al re venne ai confini
Ugo ad accormi.
Edi. (con sorpresa) Ugo ! (Gran Dio!... che ascolto?)
Bia. Compiangimi, sorella... il cor mi ha tolto.
Io lo vidi... ah chi non Tania
Se lb vide un solo istante?
Lo splendor della sua fama
Abbelliva il suo sembiante...
Lo mirai ., restai rapita
Nel piacer che in me destò.
La prim' alba di mia vita
Quel momento a me sembrò.
Edi. Sciagurata!
Bia. Ah! sì, son tale.
Edi. Nè tentasti?...
Bia. Tutto, e invano.
Edi. Dove pur tu fugga meco
L' amor tuo ti seguirà.
Luigi V 2
io PARTE
Bia. Dispietata! ed ogni speme
Vuoi rapirmi in questa guisa?
Ebi. No... piangiam... soffriamo insieme:
Non sarai da me divisa.
Bia. Cara Edita, mi seconda;
E sperar mi lascia ancor...
Edi. Spera .. spera... (si nasconda
Lo scompiglio del mio cor.)
a 2. Sì, ripariamo all'ombra
Delle materne mura:
Aura più mite e pura
Noi spirerem colà.
Forse di nubi sgombra
Anco vedrem 1' aurora;
« Un dì godremo ancora
Della primiera età. (partono)
SCENA V.
Luigi e Paggi..
Bianca tosto a me venga. C Paggi partono.)
D' uopo è che alfin per me si squarci il velo
Dell'avvenire... Oh! Bianca,
Dolce amor mio,1 mentre fra il plauso ecchegg
Del popolo esultante il nome mio,
Io gemo... Ah! non ha bene
Per me la terra se da te non viene.
T'amo! t'amo! e la mia sorte
Da un tuo detto ornai dipende,
Tu puoi darmi o vita o morte;
Palpitante il cor l'attende,
Tra l'angoscia dei desiri,
Tra la speme ed il timor.
Senza te non mi seduce
D'uno scettro lo splendore;
Da te move ogni mia luce,
Per me il cielo è nel tuo amore!
PRIMA t
Dimmi alfin che i miei sospiri
Trovar eco nel tuo cor!...
Fa ch'io scordi i miei martiri
Nell'ebbrezza dell3 amor.
SCENA VI.
Luigi e Bianca.
Lui. Bianca!... Tu ognor mi fuggi? - Eppur è forza
Che alfin tu m' oda.
Bia. E il bramo. - A te mi guida
Trista necessità.
Lui. Ti guida forse
Letizia mai? torbida sempre e muta
A me t' appressi. Un anno intiero è corso
Che un tuo sorriso vo cercando invano.
Bia. Crebbe con me un arcano
D'affanno istinto.... ed ei s'accresce adesso
Ch'egra la madre, e dai Normanni cinta.
Per lunga ed ardua via
A me la suora ambasciatrice invia.
Con la novella aurora
Io partirò: « qualunque indugio è grave
« Al tremante mio cor.
Luì. Tu resterai.
Bia. Io! resterò!
Lui. Sì...
Bia. Per qual legge?
Lui. Il sai.
Bia. Qual favella! (Oltraggio è questo;
Crudo oltraggio.)
o % (Ahi! d'ira acceso
Scoppia il cor.)
Bia. Oh! come e dove
Hai sì duro stile appreso!
Onde sensi in te sì alteri?
Con qual dritto imponi, imperi?
«Con qual dritto tu pretendi?..»
Lui. Col diritto dell' amor. (con calma]
i2 PARTE PRIMA
Bia. Io tei loglio, se può farti
Tanto ingiusto e insultator.
Lui. Bianca, di': più non rammenti
Che per noi V aitar s' infiora?
Che i solenni giuramenti
Profferir dobbiamo ancora?
Noi rammenti?
Bia. (Oh! rio tormento!)
Sol la madre or io rammento.
Lui. Affrettiamo il sacro rito;
Pria che imbruni ei sia compito;
Ed io stesso al sen materno,
Io doman ti condurrò.
Bianca!... rispondi... Ebbene?...
Bia. (Io tremo.)
Presso è la madre al punto estremo:
Col pianto al ciglio, col lutto in cuore
Bianca ricusa irne all' aitar.
Lui. E cieca, aggiungi, d'un altro amore,
Non osa il tempio di profanar, (prorompendo)
Bia. Tu! che mai dici?
Luì. Oh! mio furore!
Bia. M'insulti!!
Lui. È vano più simular.
Bia. Hai ben pensato a questi accenti,
Sai tu qual alma, qual cor tu tenti?
Un' alma ardente, un cor fiammante
Di sdegno immenso, d'immenso amor.
Fra noi s' innalza da questo istante
Barriera eterna d'odio e furor.
Ln. Quel cor conosco: ne so gli arcani...
Ne leggo i moti, gli affetti insani...
Esso ha distrutta ogni mia speme,
Esso ha tradito fede ed onor.
Ma la vendetta che in sen mi freme
Sia differita per tuo terror.
Fine della Parte Prima.
PARTE SECONDA
SCENA PRIMA.
Galleria.
Edita ed Ugo.
Ugo Che veggio? Edita!... oh gioia!
Tu in queste mura!
Edi. Inaspettata io giungo...
Parla sommesso.
Ugo Oltre ogni mia speranza
Io ti riveggo !... e vuoi che freno io ponga
AI mio contento?
Edi. (Oh! che mai dirgli?)
Ugo E donde
Timor cotanto !... Perchè taci , e figgi
Gli sguardi al suolo?
Edi. Nel materno tetto ,
Ugo, non sono. Egra è la madre, e cinta
Di duro assedio è la natal mia terra.
Ugo Dell' infelice guerra
Parlò la fama: ed a recarvi aita
Io m5 accingea , ed a mertar tua destra
Vincitore io correa de5 tuoi nemici.
Edi. Ah! non chiederla mai.
Ugo Cielo che dici?
Edi. «Troppo diss' io...
Ugo «Favella...
«Qual m' ascondi mistero? Avvi chi tenti
«Contendermi il tuo cor? » Forse si oppone
La superba tua suora ai nostri voli ?
Edi. Ah! noi pensar... a lei fur sempre ignoti,..
i4 PARTE
Ugo Li saprà. Vogi'io svelarli.
Ottenerti io voJ da lei.
Edi. , Ah! giammai...
Ugo Giammai!... che parli?
Edi. Tu non sai... Tacer tu dèi.
Ugo Di tua man me forse indegno
Bianca tien perciò io non regno?
Forse te, te pur seduce
D'un diadema lo splendor?
Edi. Ah! tu splendi d'una luce
Ben più cara a nobil cor.
a 2
Ugo Questo braccio, questo acciaro
Fu sostegno a più d'un trono.
Bianca sa eh' ei può del paro
Uno averne, e offrirlo in dono.
Più d'un serto io disdegnai
Di raccogliere per me...
Se vaghezza in cor tu n' hai
Li poss' io raccor per te.
Edi. Ah! non io di più potrei
Adorarti, e in pregio averti:
La tua gloria agli occhi miei
Tutti oscura i regi serti.
Il tuo cor soltanto amai,
Il tuo cor cui par non è...
Ah! la fè eh' io ti giurai
Non 1' avrei giurata a un re.
Ugo "Parla dunque: rassicura
«L'alma mia dubbiosa , incerta...
Edi. «Sappi... - Ah! no... la mia sciagura
«Non fìa mai, giammai scoperta.
Ugo. «Parla, deh! te ne scongiuro
«Per l'onore, per la fè.
Edi. «Tacer giuri ?
Ugo. «Tutto io giuro...
SECONDA i5
SCENA II
Un Paggio e detti.
Pag. «Bianca in traccia vien di te.
Edi. «Oh! Bianca! cielo!... Altrove
«Ritratti... il mio segreto
«Noto ti fia: non dubitar: addio. (Ugo parte)
SCENA III.
Odila e Bianca.
Edi. Tu di me in traccia?
Bia. M' abbandoni in questi
Tremendi istanti?
Edi. Il tuo dolore è il mio...
E ancor più amaro forse... oh mia sorella
Che farai tu?
Bia. Dell'ardimento al colmo
Giunto è Luigi. Dalla reggia un passo
Mi è vietato scostarmi. - Alcun non fia
Qui cavalier che a liberarmi imprenda?
Ad Ugo ÌO VOlo... uscire)
Edi. Ah! resta.
Bia. Ei mi difenda.
Edi. Bianca, te perdi e lui...
Al precipizio corri...
Bu. Io vi son tratta...
Mi vi spinge il destino.
Edi. A te mi stringo...
Non uscirai da queste braccia, o stolta...
Bia. Scostali: giunge alcun.
iG PARTE
SCENA IV.
Luigi, Folco, Cavalieri, Dame, e detti.
f) ' n ] \fa f|$tv -fjUM&tt ! UÌ posili* < ■ .OàM
Lui. Bianca! mi ascolla.
«Delle discordie nostre
«Piena è la Corte ornai.?? Quantunque io t'ami,
Pur l'amor mio t' immolerei, più tosto
Che stringer nodo dal tuo core odiato.
Ma la ragion di Stato
Alta ragion 1' ordia,
Nè disciorlo mi è dato a voglia mia.
Fol. «(Che mai dirà?)
Edi. «(L' inspira ,
«Pietoso ciel!)
Coro «Tutti a compor quest'ire
«Noi ti preghiam.
Fol. «Che mai nel re t'offende?
«Verace parla.
Bia. Sospettata donna
Puote senz'onta a chi sospetto nutre
Unirsi mai? Con chi di tutto adombra
Pace sperar?
Lui. E tu il sospetto sgombra.
Bia. Indarno or fora.
Lui. Indarno
Non fia, tei giuro, se restar consenti,
Se al tempio vieni.
Bia. Della madre., il dissi...
Cura mi prende.
Lui. E a lei rivolto è pure
Il mio pensier... e ne avrai prova espressa.
Ugo a me venga...
Bia. Edi. (Ah, cielo! Ugo!)
Coro Ei s'appressa.
SECONDA
7
SCENA V.
Ugo e detti.
Lui. DelFÀquilania il regno
Minacciano i Normanni ; e pronta aita
La cadente regina a noi richiede.
Alla tua salda fede,
Al tuo senno, al tuo braccio, Ugo, io commetto
La gloriosa impresa.
Ugo Ed io 1' accetto.
Lui. Quando fìa sgombro e libero
All' Aquitania il varco,
Dille eh' io stesso assumere
Saprò più grato incarco;
Quel di guidar costei
Securamente a lei ,
Ch' or vieta a me di compiere
Fatai necessità.
Bu. (Fremo.)
Fol. (Si turba.)
Edi. (Io palpito.)
Ugo (Tremante Edita è tanto!)
Bia. E solitaria e vedova
Senza una figlia accanto
Sarà la madre ancora?
Lui. A lei ne andrà la suora.
Bia. Ella ne andrà?...
Enr. (Raffrenati.)
Bia. Senza di me ne andrà?
Fol. (Ella si scopre.)
Ugo E dubiti
D'Ugo tu forse?... parla.
Luì. A lui fidando Edita,
A sposo egli è fidarla.
Bia. A sposo!
Edi. (Oh ciel!)
Ugo. (Che ascolto?)
iS PARTE
Fol. Non anco un anno è vòlto
Che lui sceglieva a genero
L' estinto genitor.
Lui. E la sua brama a compiere
Pronto son io.
Bu. Tu!... quando?
Lui. In questo di medesimo.
Io gliene fo comando.
Ugo Ed io?
Bia. Tu pria... tu dèi ,
Se cavalier tu sei ,
Partir, pugnare e riedere
D' un regno salvator.
Ugo Edita...
Edi. Udisti ?
Fol. (« Luigi) (A. fingere
Segui per poco ancor.)
Tltti in segreto.
Edi. È giunto l'orribile istante temuto...
(ad Ugo)ge core iiai magnanimo pronunzia un rifiuto.
L'amore nascondi, seconda i miei delti...
Se insisti, se accetti, - te perdi con me.
Ugo Oh! quale nell'anima mi poni scompiglio!
(a Edi.) Che temi? che palpiti? qual vedi periglio?
Nasconder del core gli affetti non soglio ,
Palesi li voglio : - Son degni di te.
Bu. (Che penso? che medito?... qual volgo sospetto?
Qual furia, qual demone, mei suscita in petto?
È atroce, è tremendo: mi desta terrore.
Delirio è d'un core - eh' è fuori di sè.
Lui. Qual cor può comprendere la smania ch'io sento.'
(a Fol) Scoprir vo' la perfida, scoprirla pavento:
A tornii la benda , a sciogliermi il velo ,
Funesto il tuo zelo - servigio mi fe'.
Fol. Ti acqueta, dissimula: per prova saprai
(a Lui.) Qie fosti coi perfidi tu credulo assai.
Dal tuo disinganno, da questa scoperta
Dipende la certa - salvezza del re.
SECONDA 19
CoRoChe pensa, che medita? qual volge sospetto?...
Qual furia, qual demone, gliel suscita in petto?
Invano nasconde l'interno dolore.
Delirio è d' un core eh5 è fuori di sè.
Lui. Ugo!... udisti?
Ugo Udii.
Lui. Più grato
Te credeva a tal favore.
Ugo Grato io , sì...
Edi. {interrompendolo) Non IO. - Donato
Sol da me sarà il mio core.
Bia. (Io respiro.)
Lui. E a te lo chiedo
D'Ugo in nome: e posso, io credo...
Bia. Nulla puoi sul cor di lei...
Ugo Nè al suo cor far forza io voJ.
Luì. Lei ricusi!
Ugo II deggio.
Luì. Il dèi?
Traditori! Or Còlti ÌO V'ho. {prorompendo)
Tutti Qual favella!
Luì. È ornai svelata
L' empia fiamma che nutrite.
Ugo Io! che sento?
Edi. (Sventurata!)
Ugo Io!
Lui. Si : tu. - Lo custodite. («U* guardie)
Tutti Che mai tenta?
Ugo Quale oltraggio?
D'insultarmi hai tu coraggio?
A tal onta ardisci espormi,
Osi tu tal fallo apponili ?
Chi mi accusa?
Lui. {accennando Bianca) Quel pallore,
Quel terror ti denunziò.
Tutti (Giusto cielo !)
Bia. (Oh mio furore!)
Ugo (Ah! qual vel mi si squarciò!...)
Bu. Sì, superbo... il vero ascolta.
20 PARTE
L' amo.
Edi. Ah! taci...
Bia. Io lo ripeto.
L'amo, sì: ma nè una volta
Gli ho svelato il mio segreto:
Mai noi seppe; il ciel ne attesto...
SJavvi error, mio tutto egli è.
Lui. Mentitrice!
Coro (Oh ! dì funesto !)
Lui. Mal lo scusi.
Ur.o M' odi , o re.
Sa ciascun, tu stesso il sai,
Di qual tempra è d'Ugo il core,
Se mentir potrebbe mai
Per lusinga o per timore.
Giuro, o re, per 1' onor mio
Vòlto ad altra è il mio pensier.
Tutti La palesa.
Ugo (reggendo il timore d'Edita) Non pOSS' ÌO.
Bia. (Vòlto ad altra!)
Lui. Menzogner !
Tutti
Bia. Non mentir: palesa il vero...
Io T esempio a te ne diedi...
Io saprei del mondo intiero
Per te t ira disfidar.
Di cambiar così fingendo
La mia mente invan tu credi ;
Nulla va per me d'orrendo,
Nulla più del dubitar.
Ugo Sciagurata! ah! tu non sai
Qual ferita a me recasti ! (a Bianca)
Non avessi osato mai
Tu, crudel, di favellar!
Della Francia lo sgomento,
L'onta mia, la tua ti basti.
Di più tristo e crudo evento
Ch' io non t' abbia ad accusar.
SECONDA -2
Lui. Forsennata! è il ver palese:
Sì, pur troppo: invan lo tace. (« Bianca)
Altre colpe ed altre offese
Io vi debbo rinfacciar.
Il mio trono è insidiato.
È distrutta la mia pace...
Ma. ch'io resti invendicato.
Coppia rea, non lo sperar.
Edi, Cessa... parti... ah! non si dia
Scena al regno ancor più trista:
Morta io fossi , ah ! morta pria
Che la madre abbandonar!
Fol. Vieni, o Sire: ti allontana:
Lor perfidia appieno hai vista...
. Questa coppia audace , insana
Noi saprem punir, frenar.
Cono (Ah! non anco è il ciel placato
Con un regno sventurato :
Ah! del padre il fato orrendo
Segue il figlio a minacciar.)
Eol. eCxY. Rendi il ferro. (ad u§°)
Ugo {spezza la spada) \0 tal lo rendo.
Fol. (Incomincio a trionfar.)
Fine della Parte Seconda.
PARTE TERZA
SCENA PRIMA.
Carcere. Cancello in fondo , da cui vedesi un cortile.
Ugo solo: è seduto meditando.
Rio, non fìa mai ch'io voglia
Macchiar mia fama; che d' altrui riprenda
Fuor che dal re Y acciaro.,. E un detto solo
Basterebbe a scolparmi in faccia a lui.
Chè noi diss' io? perchè sì cieco io fui?
Oh! Edita! il tuo periglio
Me ne ritenne. - Dell' offesa Bianca
Conosco la furente anima assai
S' ella scoprisse che rivai le sei.
No, mai di Bianca all'ira
Sarà bersaglio Edita;
Io prima onore e vita
Tutto immolar saprò.
Ma pure interna voce
Mi va dicendo ancora
Che di giustizia P ora
Lontana esser non può.
Chi giunge?
SCENA IL
Cianca e detto.
Bià. Bianca.
Ugo Tu !
Bia. Stupir ne dèi?
Bianca non dorme. - A tal siam giunti ornai
Che nò sbarre, né carcere, nè ferri
Più divider ne ponno.
Ugo Oh! che favelli?
Siam divisi per sempre.
PARTE TERZA s'3
Bia. Uniti siamo...
Uniti, si. - Non paventar. Qui Bianca
Più di Luigi impera; "i ceppi tuoi
»Per me cadranno, e tosto; e guerra a morte
^Intimeremo ai miei nemici e ai tuoi.
Ugo »Ch' io divenga ribelle? e dir mei puoi?
"Con questa macchia in fronte
»Me non vedrà la Francia.
Bia. "Ed io T avrei
"Forse minore, se il trionfo nostro
"Fosse men certo? - Pur, se il vuoi, la spada
"Resti oziosa, e a queste mura inique
"Volgiam, se giova, fuggitivi il tergo.
Vieni: securo albergo
Ci fian miei stati. D' Àquitania il regno
É tuo da questo istante.
Ugo Un regno, o Bianca...
Un regno non usurpo... Io Io difendo.
Bia. Amor tei dona.
Ugo II doni altrui.
Bu. Che intendo?
Tu lo sdegni ?... parla... forse
Perchè a Bianca lo dovresti?...
Ugo Ben lo sai. - Già un anno corse
Che ad allr' uom lo promettesti.
Bia. L'obbliai, sì, 1' obbliai...
Nè creduto avrei giammai
Che dovessi in questo istante
Rammentarlo a Bianca tu.
Ah ! tu sei d' un' altra amante
Ah! non dèi celarlo più.
SCENA III.
Odesi tumulto. Esce Edita frettolosa e detti.
Edi. Ugo! {da lontantf
Ugo Ciel !
Bia. Che veggio?
Edi. (Bianca!)
3| PARTE
Bia. Che ti guida ?
Ugo (Incauta!)
Bia. Tremi ?
Edi. Tutto è in armi... (il cor mi manca.)
Si combatte...
Bia. E per chi temi?
(un momento di silenzio. Bianca li osserva ambitine
indi afferra Edita per un braccio)
Fissa i tuoi negli occhi miei...
Parla il vero, - il voglio... il dèi.
Ami... Ugo?
Edi. Oh Bianca!
Bia. L' ami....
Il tuo volto assai parlò.
Edi. Ah! sorella!...
Bia. Tal me chiami!
Edi. Deh ! perdona.
Bia. * Fuggi.
Edi. Ah! no.
(Edita è inginocchiala a* piedi di Bianca. Ella è im
mobile, Ugo è agitati* situo.)
a 3.
Edi. Io Y amai dal di fatale
Che tal fiamma in te s'accese.
Non credea d'aver rivale...
Oggi sol mi fu palese...
Non parlai... ne piansi e piango...
Ne tremai, ne tremo ancor...
Ma d' amarlo io non rimango...
Più di tutto è forte amor.
Ugo Bianca, ornai conosci il vero:
Ella il disse, ed io l'affermo.
Or sJ acqueti il tuo pensiero,
Or provvedi al core infermo.
Rassicura un re che t'ama,
Che men rea ti tiene ancor.
Tu lo devi alla tua fama,
Alla Francia ed all' onor.
Bia. Questo pianto che m'inonda
Vien dal core, ed io noi freno...
TERZA s5
Ei vi dica se è profonda
La ferita che ho nel seno,
Ei vi dica se speranza
Di sanarla io nutro ancor...
Quella, ah! quella sol m'avanza
Che sia vostro il mio dolor.
Vieni... (1 isolutamente per condur seco Edita)
Ugo Arresta. Ove la guidi?
Bia. Dove? Meco.
Eni. Ahi! lassa!
a 2. M' Odi. (rumore di
dentro più vicino di prima * e suono di trombe)
Voci Ugo viva!
a 3. Oh! ciel! quai gridi!
Voci Si difenda: ardire, o prodi...
SCENA IV.
Cavalieri francesi, Soldati e delti.
Coro Noi siam teco: ogni alma è accesa
Dell' amor di tua difesa.
Sacro voto i prodi han fatto
Di salvarti o di perir.
UgO Vieni. (prendendo Edita)
Bia. Ed osi?...
Ugo II brando è tratto.
Edi. Lassa!
Bia. E vuoi?
Ugo Da te fuggir.
a 3.
Ugo Tu mi spingi a passo estremo...
M'armi tu d' iniqua spada...
Ma più te, che infamia io temo...
Lei si salvi... il mondo cada...
Ah! di te, di me, di lei
Ria memoria resterà.
Bia. Mira e trema: a ciglio asciutto
L' onta mia soffrir poss'io...
Ma capace è un cor di tutto
>f> PARTE
Chiuso al pianto al par del mio...
Fuor di Francia ancor non sei,
La mia man ti giungerà.
Edi. Ah! che invan sì rio cimento
Impedir, o ciel, tentai.
Il terribile momento,
Me infelice, io ne affrettai!
Ah! troncare i giorni miei,
Me svenar saria pietà.
Coro Vieni, affretta: incontro ai rei
Fuor che il campo asil non ha. (partono)
SCENA V.
Galleria come nell'Atto Secondo.
La musica esprime lontano fragor di battaglia.
Entrano sbigottite le Dame e le Ancelle.
Coro II stion dell'armi più forte eccheggia...
Valido schermo oppon la reggia
Contro il feroce assalitor.
Ah! quando tregua avran gli sdegni?
Non fia che pace mai più qui regni
Se fin di guerra è causa amor.
SCENA VI.
Emma e Luigi, indi Coro di Cavalieri.
Lui. Lasciami... il sen materno
È vile usbergo a un re.
Emma No, non ti lascio,
Teco son io. D'Ugo io non temo il ferro...
D' altri nemici io tremo. - Oh figlio mio!
Il tradimento ti uccideva il padre.
Lui. E a me serbato è il suo destino, o madre.
Funesto dono io m' ebbi,
Funesto dono in Bianca.
Emma E dal tuo fianco
Voli5 io scostarla. Il mio voler fu vano...
TERZA 27
Credesti a Folco. Ah! tolga il ciel che un giorno
Non ti sia pia funesto il suo consiglio.
Lei. Che fia? Vinti Siam noi? (ai Cavalieri che entrano)
Coro Cessò il periglio.
"Scampo ne vien concesso
»D' onde si attese meno...
«Il tuo nemico istesso
"Tenne gli audaci a freno...
Tutti deposte han Tarmi.
E solo ei muove a te.
Miralo.
Tutti É desso.
SCENA YIL
Ugo, indi Edita fra Guerrieri , e detti.
Ugo 0 re! vengo a scolparmi.
Io nè di Bianca al core,
Nè al regal seggio aspiro: al tuo cospetto
La donna io guido eh' io sceglieva in pria
Che la sua man concessa
Mi avessi tu. Vedila.
Lui. e Coro Edita !
Eni. Io stessa.
Dell' innocenza sua mallevadrice
A te ne vengo. Ai preghi miei soltanto
D'amarmi ei tacque, ed a tacer ne astrinse
Timor di Bianca.
Ugo Dall' irata suora
Salvala or tu. Nelle materne braccia
Fa che ritorni illesa: ove sospetto
Di me ti resti, e prigionier mi vogli,
Io depongo V acciaro.
Lui. Ah! lo ritogli.
Prova mi dai, lo sento,
Che il mio sospetto sgombra:
Pure a fugarne ogni ombra
Vieni all'aitar con me.
28 PARTE TERZA
Sacro e solenne rito
Consacri il giuramento
Ch' io non sarò tradito ,
Ch'ella fia sposa a te.
Ugo Io tei prometto.
Lui. Abbracciami.
Emma e Edi. Oh gioia!
Coro Oh! dì beato!
Edi. Un prego sol consentami,
Sire, il tuo cor placato...
Bianca...
Lui. Ai materni lidi
Fido drappel la guidi.
Dagli occhi miei lontana
Al nuovo dì ne andrà.
Coro Lo meritò 1» insana...
Stancò la tua bontà.
Lei. Quanto mi costi a svellere
Lo strai che m'ha ferito,
Quanto mi resti a gemere
Solo quest'alma il sa.
Un dì vedrà la barbara
Quale sdegnò marito;
Ed il suo cor medesimo
Vindice mio sarà.
Tutti L'offese tue dimentica;
I suoi furori oblia.
Non ella al paro immemore
Di tue virtù vivrà.
Vieni , ed il ben de' popoli
Piena mercè ti sia;
Mille avrai cor che t' amino
Se amarti il suo non sa.
Fine della Parte Terza,
PARTE QUARTA
SCENA PRIMA.
Vestibolo che mette a domestico Oratorio, Alqjjai monumenti qua
e là per la scena. - È notte. II cielo è tempestoso.
Bianca sola.
Sì, niia vendetta è posta
In questa gemma... - il fatai vase è pronto,
Pronto il liquor... - compia fortuna il resto.
Vadasi. - A che m' arresto?
Chi al suol m'affigge? - Il ciel minaccia... e sembra
Colla voce del tuono
Empia gridarmi. - Ah! più infelice io sono.
Sì... più infelice... Io nata
Al misfatto non era... E core, e mente,
E quanto è in me, tutto mutò l'insana
Gelosia che mi rode e il cor mi lima.
Tuonar dovevi prima,
Sdegnalo ciel... è tardi adesso... e cieca
Vittima io sono d' un destin feroce.
Vadasi ornai.
(risoluta per entrare nelV Oratorio; un gemilo l'arresta)
SCENA IL
Toc© interna neir Oratorio e detta.
Perdono, o ciel!...
Qual voce!
L' eterno mio rimorso
Disarmi il tuo rigor.
Emma! - ella geme...
Un lustro intiero è corso,
Nè a me risplende ancor - raggio di speme,
I dì consumo in pianto,
Le notti nel tèrror...
Voce
Dia
Voce
Dia.
Voce
3o PARTE
Bia. (inorridita) Mi reggo appena...
Voce Dell' error mio soltanto
È frutto infamia e orror.
Bia. (€on un grido di dolore) Oh angoscia, oh pena!
Ah! se alla mia vendetta
Serbi tal frutto, o Dio,
Tuona sul capo mio,
O in sen mi cambia il cor.
(Bianca è nella massima desolazione)
SGENA III.
Sbrama e detta.
Emma {àa lontano) Oh ! chi si duole ?
Bianca!
Bia. Ah! vieni... ascoltai le tue parole...
Emma Tu? che ascoltasti?... ah! misera!
Bia. Tutto, sì, tutto...
Emma Oh cielo!
Bia. Contro di me difendimi:
Tento un delitto.
Emma Io gelo...
Bia. Perch'io non l'abbia a compiere
Mostrami il tuo dolor.
Emma Ah! tutto il mira, ah! tutto
«Vedi il mio strazio e il lutto...
«E se ti regge 1' anima
«Brama vendetta ancor.
Bia. Nelle tue braccia stringimi...
Pietà di me ti prenda:
Una di queste lagrime,
Una su me discenda.
Che la vorace spengami
Fiamma che avvampa in cor.
Emma Vieni, infelice, e calmati,
Mesci il tuo pianto al mio.
(odesi interna musica. V Oratorio è illuminato)
Bia. Il rito!... il rito! Scostati. -
Fuori di me son io.
QUARTA i
Coro Splendi o favor celeste, (lontano)
Propizio al rito splendi;
Benigno il guardo a queste
Nozze felici intendi;
Pronuba al nodo invia
Aura d' eterno amor.
Bia. Giammai, giammai...
Rinasce il mio furor.
Emma Arresta.
Bia. É vano.
Emma Arresta, o sciagurata.
A me, guerrieri... a me...
SCENA ULTIMA.
Luigi , B£<lita, Ugo, Cavalieri, Dame, Soldati*
Tutti accorrendo.
Bia. Son disperata.
Tutti Che mai fu?... che avvenne?
Emma Io tremo.
Tutti Mute entrambe! sbigottite!
Lui. Madre !
Ugo e Edi. Bianca!
Bia. (Oh! strazio estremo!)
Tutti Favellate.
Bia. Ah! si, m'udite.
Qui tradita, qui reietta ,
Meditai, ma invan, vendetta.
Mei! punisco. (sugge dall' anello)
Tutti Arresta, insana!
Bia. Pago or sei, destin crudel.
Tutu Si soccorra.
Bia. Ogni arte è vana.
Sol potria salvarmi il ciel.
Di che amore io t'abbia amato, (<*d Ugo)
Di qual odio io t' odii adesso,
PARTE QUARTA
Tel palesa un tanto eccesso,
La mia morte, il mio furor.
Spera pure, o core ingrato,
Gioia spera da costei...
Io, morendo, io lascio a lei
E quest' odio e questo amor.
(si abbandona nelle braccia delle ancelle)
Bianca!
Ahi!,., lassa!
O ciel placato,
Le perdona un tanto error.
Fine.